Gli infermieri dei reparti di Medicina interna di Trieste hanno appena lanciato un fortissimo allarme sull’assistenza nei loro reparti, che è messa a rischio da pesanti carenze di personale. Al punto, scrive la FIALS nel suo comunicato stampa, che solo per garantire il minimo, vale a dire il numero di operatori presenti sotto al quale non si può scendere nemmeno nei giorni festivi o in caso di sciopero, è spesso necessario richiamare in servizio i sanitari nei loro giorni di riposo. Ricordiamo che il recupero psicofisico dell’operatore non è solo un diritto di quest’ultimo, ma è anche l’interesse dell’assistito, perché stress, stanchezza e demotivazione possono compromettere la qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure.
In questa situazione sembra paradossale il fatto che continuano ad esservi decine di operatori sanitari ancora sospesi perché non in regola con le vaccinazioni o in regola, ma non riconosciuti tali per errori o disfunzioni della burocrazia.
L’obbligo vaccinale, e le conseguenti sospensioni per i lavoratori della sanità vanno ripensati e rivisti, probabilmente aboliti, anche alla luce delle recenti evidenze sulla protezione dei vaccini nei confronti del contagio. La protezione risulta buona nei primi mesi, ma tende a declinare rapidamente in quelli successivi, forse al punto da diventare “negativa” (parrebbe che i vaccinati dopo un certo numero di mesi contraggano l’infezione con maggior frequenza dei non vaccinati). Si potrebbe obiettare che la vaccinazione sembra proteggere comunque dalla malattia grave, almeno per un periodo più lungo di quanto non protegga dall’infezione: certamente, ma questo potrebbe essere un valido motivo per vaccinare i pazienti “fragili”, ma non per sospendere gli operatori non, o non abbastanza vaccinati. E in ogni caso sarà necessario un attentissimo monitoraggio della situazione e delle evidenze scientifiche per rivalutare costantemente rischi e benefici della campagna vaccinale nei diversi gruppi di popolazione. Ne abbiamo abbastanza delle ideologie sì vax/no vax, il dibattito scientifico va riportato nell’ambito al quale deve appartenere, deve essere serio, onesto e trasparente, e così l’informazione che ne deriva.
Continuando così si rischia di creare un altro paradosso: nel tentativo di difendere le persone da Covid con un intervento, la vaccinazione, che sembra proteggere molto poco dalla trasmissione, e con altri provvedimenti di dubbia utilità, le si espongono ai rischi legati alla mancata diagnosi, prevenzione o cura di molte altre malattie. Come è avvenuto negli ultimi anni per molti tumori e malattie cardiovascolari.