Proprio qualche giorno fa avevo partecipato a un incontro pubblico organizzato dai Comitati a difesa dell’Ospedale San Michele di Gemona, che sono attivi da anni per difendere il loro diritto a cure adeguate.
Il 27 marzo il Coordinamento Salute Friuli Venezia Giulia, ha organizzato un incontro pubblico con i candidati alla presidenza della Regione, del quale riporto un breve video: https://www.youtube.com/watch?v=oLREBsqX9dc
Hanno partecipato i candidati Moretuzzo, Tripoli e Telesca in rappresentanza di Maran.
Ai candidati è stato chiesto di esprimersi sulla richiesta dei Comitati di riaprire un Pronto Soccorso e un reparto di Medicina interna negli ospedali di Gemona, Cividale, Sacile e Maniago.
Il quesito è importante e riguarda un tema anche più ampio di quello dei piccoli ospedali: la necessità di un potenziamento della rete ospedaliera, che già prima della pandemia si era dimostrata largamente insufficiente dopo anni di tagli. Dall’ultimo rapporto OECD In Italia abbiamo 3,2 posti letto ogni mille abitanti, quando Francia e Germania ne hanno rispettivamente 5,7 e 7,8. In Friuli Venezia Giulia la riforma Serracchiani Telesca ha soppresso 579 posti letto per acuti, per la gran parte nei piccoli ospedali che sono stati chiusi e nei nosocomi di Trieste.
Tripoli dà ragione ai Comitati, e sollecita gli altri due candidati a esprimersi, dato che entrambi, in un modo o nell’altro, fanno parte di forze politiche che hanno sostenuto la riforma Serracchiani Telesca (appunto).
Nessuno dei due dà risposte chiare e dirette, e immediatamente comprensibili a tutti: sì o no, e perché sì o perché no.
Alcune affermazioni potrebbero facilmente essere mal interpretate, e sembrare rassicuranti per chi non conosce a fondo il sistema sanitario; quindi, può essere utile fare un po’di chiarezza.
Dev’essere ben chiaro che un Punto di Primo Intervento (PPI) non è “quasi” un Pronto Soccorso, non ha nulla a che vedere con questo. Non vi è nemmeno prevista l’osservazione del paziente. Per la norma nazionale (DM 70 del 2015) è un servizio che può essere istituito per un tempo limitato negli ospedali riconvertiti (chiusi) e dovrà essere trasformato in una postazione medicalizzata del 118.
Telesca loda la propria riforma, e sembra sostenere che quanto richiesto dai Comitati vi era già previsto ma ora, dopo l’abrogazione, non lo sarebbe più. Chiariamo: la riforma Serracchiani istituiva solo Punti di Primo Intervento nei quattro ospedali riconvertiti (anche su 12 ore e non necessariamente su 24, come afferma l’ex assessore), e le cosiddette “degenze internistiche” potevano anche essere seguite dal solo medico di continuità assistenziale, quindi erano più una RSA che un reparto di Medicina interna. Per il resto, sostiene che questi ospedali dovrebbero essere dedicati a cronicità, fragilità e salute mentale.
In sintesi se, come sembra, Telesca intende riproporre la propria riforma, la risposta dovrebbe essere intesa come un NO a entrambe le richieste dei cittadini.
Moretuzzo pare esprimersi in modo positivo sul tema del Pronto Soccorso, ma poi sembra confondere il Pronto Soccorso con il Punto di Primo Intervento quando afferma che la Giunta attuale avrebbe “aperto” dei Pronto Soccorso. Nei piccoli ospedali sono stati aperti solo dei PPI, nessun Pronto Soccorso. Sostiene poi che i quattro ospedali in questione debbano essere “riqualificati” e dedicati solo alla cronicità.
In sintesi: reparti ospedalieri di Medicina interna per acuti NO, riapertura dei reparti di Pronto Soccorso BOH, però è difficile pensare che si possa riaprire in un presidio privo di degenze per acuti.
Finora ho preferito non esprimermi nel periodo della campagna elettorale, e aspettare un momento in cui si possano fare ragionamenti e proposte con maggiore serenità e obiettività, senza il costante pericolo di essere fraintesi o strumentalizzati. Ma questa volta ho pensato che un contributo potesse essere utile, fra i vari slogan, a fare un po’di chiarezza.