L’allentamento delle restrizioni disposto dal cosiddetto Decreto Riaperture appare tardivo e stentato, e contiene disposizioni del tutto illogiche, che non si comprende su quale “scienza” si basino. Un mese può essere anche lungo per molti aspetti, ma adesso sembrerebbe di vedere una fine, da maggio dovremmo poter tirare un respiro di sollievo, almeno così ci dicono.
La normalità promessa, però, potrebbe essere assai precaria: il Ministro della Salute ha tenuto a precisare che, in relazione all’andamento epidemiologico, almeno fino alla fine del 2022 potrà emettere ordinanze volte “a regolare lo svolgimento in sicurezza dei servizi e delle attività economiche, produttive e sociali” e gli spostamenti da e verso l’estero.
All’inizio del 2020 la sospensione di diritti era stata ritenuta accettabile, bisogna ricordarlo, perché la rapida e vasta diffusione di una malattia molto più pericolosa delle consuete infezioni stagionali, anche se a letalità relativamente bassa, stava travolgendo il nostro servizio sanitario nazionale e rendendo precarie le cure per tutti.
Adesso la situazione è molto diversa, i servizi sanitari non sono sovraccarichi per la pandemia, anche se non è escluso che si debbano, in un futuro forse anche prossimo, affrontare altre ondate. Siamo preparati a questa possibilità, e come? In primis, in questi due anni è stato efficacemente rafforzato il Servizio sanitario nazionale?
Ma oltre a questo, fermo restando il potere di emettere ordinanze, che certamente non nasce con la pandemia Covid, colpisce il fatto che il Ministro della Salute ritenga appropriato gestire ancora, da adesso in via “ordinaria”, non essendo più questa un’emergenza, un problema di salute a colpi di obblighi e divieti.
E’ condivisibile che in sanità vi siano degli obblighi, come quello di alcune vaccinazioni per i bambini, ma è impensabile che divieti, sanzioni e sospensione di diritti costituiscano uno strumento ordinario per gestire problematiche sanitarie, da modulare a seconda della situazione epidemiologica, con il Ministro Speranza ad aprire e chiudere il rubinetto.
Informazione completa e corretta (che è mancata), educazione sanitaria, promozione di norme igieniche e stili di vita sani, e ovviamente raccomandazioni specifiche (e comprensibili) per la situazione contingente sono tutti elementi che dovrebbero essere tenuti in primo piano, al fine di perseguire quello che è l’unico modo realmente efficace e duraturo per promuovere la salute: azioni e comportamenti delle persone determinati da consapevolezza e condivisione.