Ho recentemente partecipato all’apertura XIX Congresso nazionale del SIS 118, società scientifica dei sanitari che operano nell’emergenza territoriale.
Rappresentanti di medici, infermieri, associazioni di cittadini, oltre ad alcuni parlamentari, hanno focalizzato nuovamente l’attenzione sulle importanti criticità del sistema, e sulle azioni necessarie a risolverle.
Il doppio passaggio di chiamata 112-118 che prolunga le attese, la gestione delle telefonate da parte di operatori “laici” privi di ogni esperienza sul campo, le megacentrali dell’emergenza sanitaria a valenza regionale, con personale che non conosce il territorio in cui opera, sono alcuni dei nodi fondamentali che devono essere corretti. Per questo sono anche stati presentati più disegni di legge dei quali uno a mia prima firma, che risulta il primo a essere proposto nel corso di questa legislatura.
Di 118 proprio in questi giorni si sta parlando a Trieste, ma con una certa confusione, che va assolutamente chiarita: è stata data conferma del proseguimento dell’iter per l’apertura a Trieste della nuova sede triestina del 118 nel Porto vecchio. Ma sarà solo uno spostamento della sede già esistente, uffici, spogliatoi, deposito mezzi ecc., non si aprirà una seconda Centrale operativa in Friuli Venezia Giulia. Gli ambienti di lavoro dei dipendenti saranno certamente più adatti, confortevoli e dignitosi. Questo sarà molto importante per gli operatori, e costituirà di fatto un miglioramento sostanziale, ma non molto rilevante per i cittadini utenti del servizio, che probabilmente non percepiranno neppure il cambiamento.
Sono passati esattamente cinque anni dall’istituzione in FVG del NUE 112 e della Centrale unica regionale 118 (1° aprile 2017), e continuano le segnalazioni di ritardi, errori di localizzazione e di invio del soccorso, disservizi anche gravi che coinvolgono non solo il soccorso sanitario, ma anche gli interventi dei Vigili del Fuoco; anche per questi sarebbe indispensabile rendere possibile la chiamata diretta al 115, come infatti ho previsto nella proposta di legge.
La Centrale unica regionale 118 per ora rimane, nonostante i pareri diversi, logici e ben motivati di professionisti esperti, di chi vi ha lavorato per anni e con elevata responsabilità, dei cittadini, che dal loro punto di vista ben si rendono conto dei disservizi.